CLI-FI – LA NARRATIVA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI

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La narrativa dei cambiamenti climatici, nota come “cli-fi” (climate change fiction), non ha ancora preso molto piede in Italia, poiché pochi romanzi di questo genere sono stati tradotti in italiano. Ma di cosa si tratta?

Adottando varie forme e stili (dal racconto post-apocalittico alla favola con lezione morale) questo genere di romanzo o racconto ha la capacità di rimodellare e riadattare vecchi miti, costringendoci a “riconsiderare” il nostro posto nel mondo.

Citiamo, ad esempio, alcuni casi letterari come “La collina delle farfalle” di Barbara Kingsolver (pubblicato da Neri Pozza) e “L’ultimo degli uomini” di Margaret Atwood (edizioni Tea).

Il primo miscela, in modo innovativo, i temi della catastrofe climatica, dell’amore e del tradimento, delle certezza della scienza e del sentimento religioso, il secondo invece (candidato al Booker Prize 2003) lancia un allarme contro l’abuso dell’ingegneria genetica. Ambientato in un ipotetico futuro, il romanzo (che inaugura la trilogia di “MaddAddam”) parla di un “uomo delle nevi” che vive su un albero vicino al mare, avvolto in un lenzuolo sporco. Non sa che ore sono (nessuno lo sa più) e cerca cibo e medicine nelle terre desolate e infestate da ibridi di animali, frugando tra i resti e rimuginando sulle scelte che hanno portato la Terra al tracollo, in nome di una scienza onnipotente.

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