KUNG FU PANDA E LE COSTELLAZIONI FAMILIARI

Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono, per questo si chiama presente”.

Parto da qui. Da una battuta di Kung Fu Panda, per porre alcune domande e raccontare la mia esperienza nell’ambito delle Costellazioni Familiari.Iniziamo dunque dalle domande. Quanto pensi possa essere importante e utile riconoscere il ruolo giocato, nella tua vita, da genitori, nonni e fratelli o sorelle?

Ti sei mai chiesto ad esempio, quanta importanza abbia rivestito, il ruolo di tua madre o di tua nonna, nell’avvicendarsi delle dinamiche interne alla tua famiglia e nel condizionare, quindi, la tua stessa vita?

Io si.

Probabilmente l’esistenza di ognuno di noi fa riferimento ad un semplice gioco di ruoli che va riconosciuto e onorato per come si manifesta, mediante la comprensione di ciascuno, maturando un amore non tanto incondizionato, ma piuttosto un amore improntato alla gratitudine.

Ma che differenza c’è tra l’uno e l’altro?

L’amore incondizionato dà un’idea di infinito e allo stesso tempo è anche molto vago.

L’amore grato dà il senso del riconoscimento: a prescindere da ciò che è stato o ciò che è: io vedo l’altro, lo riconosco, lo comprendo, lo ringrazio e vado avanti. Questo è un amore che permette a ognuno di noi di andare oltre, vedere nuovi orizzonti e scoprire condivisione e serenità che, secondo la mia visione, sono alla base per garantire un futuro propizio ai nostri figli e nipoti.

Ricordiamoci che i bambini sono il nostro futuro e gli adulti hanno il dovere e la responsabilità di impegnarsi consapevolmente, cercando di garantire la qualità della loro vita.

Ho approcciato questi concetti durante una recente sessione di esercizi pratici in gruppo sulle Costellazioni Famigliari, tenuta da Andrea Penna, medico, omeopata e ricercatore e Caterina Civallero, nutrizionista e naturopata.

I metodi della “Costellazione familiare sistemica, spirituale e medianica” sono fondamentalmente basati sul lavoro dello psicologo e scrittore tedesco Bert Hellinger nato nel 1925 a Leimen/Baden.  Hellinger fu per 16 anni sacerdote, insegnante e missionario in Sudafrica tra gli Zulù. Il contatto con la cultura locale e il paragone fra la struttura della messa cattolica ed i rituali tribali gli permisero di osservare come il punto di arrivo, nella ricerca del sacro, nonostante le diversità culturali, fosse lo stesso. Queste intuizioni lo spinsero, una volta rientrato in Europa, ad intraprendere ed approfondire studi di psicologia, maturando negli anni a seguire, la propria “Terapia Sistemica della Famiglia”, oggi famosa in tutto il mondo.

Durante gli esercizi a cui ho partecipato, è emersa, per me, l’importanza di riconoscere e onorare i ruoli delle madri e delle nonne per poter comprendere la propria realtà soggettiva, maturando al contempo, una visione oggettiva.

Gli esercizi consistevano semplicemente nel mettersi nei panni della propria madre e successivamente in quelli della propria nonna, per poi passare, infine, a quelli di figlia.

Si è trattato cioè di interpretare ciascun ruolo con il vissuto emotivo di riferimento per poter finalmente sentire, percepire, riconoscere e comprendere attraverso il loro vissuto. Alla fine abbiamo ringraziato amorevolmente.

 

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