COMPLOTTISMI E REVISIONISMI

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Dipinto dell'artista Mario Russo - collezione privata Archivio Mario Russo Torino
Dipinto dell'artista Mario Russo - collezione privata Archivio Mario Russo Torino
Non so se la deriva peggiore dei social e della rete sia il complottismo dilagante o certi tipi di revisionismo storico che cercano di convincerci di cose strampalate come, ad esempio, dell’infondatezza dell’evoluzionismo di Darwin. Ci sono anche teorie secondo le quali i campi di sterminio non sarebbero mai esistiti e noi umani non saremmo mai sbarcati sulla luna per non parlare, dulcis in fundo, del fatto che la terra sarebbe piatta.
In una chat alla quale mi ero iscritta, non per partecipare, quanto per tenermi aggiornata sui dibattiti in corso, una tizia che si era permessa di liquidare il “terrapiattismo” con una certa ironia (e come darle torto) è stata redarguita e accusata di intolleranza. Alla poveretta è toccato sorbirsi un predicozzo su come tutti abbiano diritto di esprimere le loro tesi, sostenendole come meglio credono.
Niente di più sacrosanto, peccato però che i fautori del predicozzo non si siano neanche accorti che stavano predicando la tolleranza e il diritto di tutti ad esprimersi, tacitando al contempo il parere della malcapitata in questione. Un po’ come se un medico ti raccomandasse di non fumare, mentre si accende una sigaretta o come se qualcuno ti spiegasse l’importanza della non violenza, dandoti uno schiaffo … Non si spiega, infatti, come mai in quei “tutti” che avrebbero diritto di esprimersi possa rientrare chiunque  teorizzi qualcosa di strampalato e non anche chi, su tali teorie, voglia dissentire o fare dell’ironia …
Poi, per carità, credere a queste teorie è rassicurante e non è un fenomeno che, stando agli psicologi, faccia presa solo su matti o squilibrati, anche perché, in linea di massima, sono costruite in maniera ingegnosa, anche quando si basano su premesse fallaci o imprecisioni storiche. Mettersi lì e provare a smontarle non è comunque sempre così semplice. Occorre smontare le imprecisioni storiche, ad esempio con il supporto di una valida ed inoppugnabile documentazione.
Gli psicologi stessi in ogni caso dicono che tali teorie soddisferebbero, ad esempio, il bisogno di dare un senso a ciò che accade e di ridurre la complessità del mondo. L’incertezza e l’ansia per il futuro spinge, infatti, alcune persone ad un continuo lavorio mentale di riorganizzazione delle informazioni, nel tentativo di dare delle spiegazioni sulla complessità del mondo di oggi.
Le chat e i gruppi più integralisti ed intolleranti in cui mi è capitato di imbattermi, sono quelli che sostengono teorie strampalate sull’alimentazione.Ci sono i vegani crudisti, gli igienisti in ambito alimentare, i fruttariani etc. etc. In quest’ambito, in particolare, ognuno difende strenuamente la propria linea e le proprie convinzioni, disprezzando e/o denigrando quelle altrui. Sono tutti piuttosto convinti che le persone onnivore siano, in realtà, ignoranti o ipnotizzate, nonché vittime di una società e un’economia capitalistica, che ci vorrebbe tutti obesi e malati e pertanto, mangiano solo ed esclusivamente verdure e frutta cruda, con delle varianti che ne caratterizzano le differenze tra gli uni e gli altri, ma che ora non starò qui a specificare. In linea di massima, sono accomunati dal fatto di mangiare quasi solo frutta e verdura che evitano accuratamente di cuocere o scaldare. Ammettono, come eccezioni, frutta secca a guscio e frutta o verdura disidrata.
Alcuni di loro, usano delle macchinette che trasformano quasi qualsiasi verdura in forma simile a quella di spaghetti. Poi li condiscono, evitando accuratamente ogni cottura, con salse a base di avocado schiacciato o di pomodori essiccati e tritati e con l’aggiunta di limone e/o spezie varie. Per finire compongono piatti, che alla vista, sembrerebbero appena usciti dalla cucina di un ristorante stellato, se non fosse che al posto degli spaghetti ci sono zucchine o cetrioli crudi e che quindi, delle ricette tradizionali, hanno solo le sembianze.
Chissà poi perché. Capisco che anche l’occhio voglia la sua parte, ma perché mai, mi chiedo, una ricetta di cucina alternativa, non debba avere anche un aspetto diverso da quelle tradizionali? Voglio dire, gli zucchini o i cetrioli crudi, tagliati a rondelle o a cubetti e conditi con le stesse spezie, dovrebbero avere lo stesso sapore di quelli che sembrano spaghetti.
Come se non bastasse, di tanto in tanto, questi personaggi, intraprendono una settimana di digiuno con l’intento di disintossicarsi, anche se non ho capito, esattamente, da cosa. Loro naturalmente sostengono di sentirsi benissimo e di essere in perfetta salute anche se, devo dire, dall’aspetto non si direbbe. Gli uomini che seguono questo tipo di dieta, ad esempio, sono quasi tutti calvi o molto molto stempiati già intorno ai trent’anni e non gli viene neanche il sospetto che la causa possa essere ad esempio, una carenza di proteine. Quando ho provato ad esprimere i miei dubbi in proposito, sono stata prima cortesemente invitata a stare zitta o a non intervenire, poi redarguita, come se fossi una bimbetta di terza elementare che non capisce nulla e che vuole giocare a fare la saputella.
E questo nonostante ci siano, in giro, anche molti ex crudisti ed ex fruttariani pentiti che, ad un certo punto, si sono ricreduti su quel tipo di alimentazione per problemi di salute. 
L’atteggiamento assunto dal gruppo nei miei confronti mi ha fatto pensare, ovviamente, a quanto sia traballante una teoria che debba essere tenuta così al riparo da ogni possibile confronto o confutazione. Se avesse basi molto solide, infatti, i loro sostenitori dovrebbero essere ben lieti di esporla ad un confronto vero e proprio, almeno per dimostrare che in effetti non c’è modo di scalfirla o indebolirla.
Ma torniamo a monte, l’ultima frontiera delle teorie complottiste che circola in rete è quella secondo cui nelle scuole pubbliche italiane si insegnerebbe il genderismo.  I sostenitori di quest’ultima “trovata” puntano il dito accusatorio nei confronti di alcune scuole e asili per aver scelto di eliminare  gli stereotipi di genere. Secondo loro, infatti, queste scuole non creerebbero affatto, come dicono, un ambiente che consenta ai bambini di esprimersi liberamente (cioè senza il peso di tanti retaggi del passato), bensì instillerebbero forzatamente nei poveri malcapitati, ogni possibile dubbio sulla loro identità sessuale. Stando alle teorie di questo nuova genia di “complottisti”, l’intento di queste scuole non sarebbe quello di liberare i maschietti dal dover per forza giocare a calcio (o con le macchinine) e le femmine con le bambole, bensì di omologare tutti in modo che in futuro la società sia formata da persone tutte uguali fra loro, tipo cloni, che non sarebbero sostanzialmente più né uomini, né donne. Questo perché ci sarebbe ovviamente un disegno nascosto per minare la famiglia e quindi la società e ridurre l’individuo a una vita di isolamento e alienazione, senza alcun tipo di individualità.
 Se ti azzardi a chiedere chi avrebbe interesse a creare una società del genere, ti senti rispondere per lo più: i poteri forti, o le elites che detengono il potere, ma mai che ti spieghino, però, nel dettaglio quali sarebbero, nello specifico. Per fortuna il mondo procede nonostante l’opposizione e l’ostruzionismo di chi vede in ogni innovazione, qualcosa da temere e, tanto per dirne una, la Mattel ha appena lanciato sul mercato un nuovo modello di bambola gender free, con l’obiettivo di mostrare ai bambini che le donne, come gli uomini, non rispondono a criteri estetici univoci. Queste bambole (della linea Creatable World) possono essere personalizzate dai bambini, scegliendo tra la gonna, i pantaloni o entrambi contemporaneamente, ma anche tra i capelli lunghi o corti, indipendentemente dall’identità sessuale prescelta. Chissà che finalmente non sia tramontata una volta per tutte, l’era delle Barbie e che le nuove generazioni non siano più costrette a misurarsi con quei canoni di bellezza ‘perfetti’ e irreali che tendono, oltre tutto, ad inibire la creatività … me lo auguro vivamente per loro
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Nella foto, un dipinto dell’Artista Mario Russo – collezione privata Archivio Mario Russo Torino ph. Davide Carrari

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