Tralasciando gli interminabili salti mortali per riuscire ad adempiere alla burocratica richiesta di invalidità civile per i suoi anziani genitori, il signor ipsilon (lo chiameremo così) scopre che, tra le altre cose, ha diritto ad un contrassegno che gli consentirebbe di evitare il pagamento del parcheggio in caso dovesse trasportare il genitore in questione per visite mediche o altre cose.
Per ottenere tale contrassegno al signor ipsilon non è più ovviamente consentito recarsi all’apposito sportello comunale portando direttamente a mano i documenti richiesti. Deve invece inviarli tramite e-mail. La sfilza dei documenti richiesti è ovviamente chilometrica ma il signor ipsilon pensa che poi tutto sommato, sarà finita lì e dovrà solo aspettare di essere convocato per l’appuntamento.
La cosa veramente surreale invece è che, quando il signor ipsilon viene convocato, gli si chiede nuovamente di portare con sé tutti i documenti già inviati ma in versione, questa volta, cartacea. Dunque mentre prima si doveva presentarli in tale versione, ma soltanto una volta ora al signor ipsilon tocca fare il doppio del lavoro. Cioè inviare prima i documenti tramite e-mail, con tanto di scannerizzazione e poi, in un secondo momento, procurarsi anche quelli cartacei.
Gli si richiede, inoltre, di scaricare una sequela di moduli che l’ufficio comunale gli ha inviato nel frattempo e che il poveretto è costretto a stamparsi per poterli compilare, a scapito ovviamente di quel cosiddetto “risparmio di carta” che la transizione digitale avrebbe dovuto promuovere e/o garantire.
Siamo partiti, cosa insolita, da un esempio, tanto per rendere l’idea, ma anche per seguirne la trafila. Che dire, infatti, anche della comodità di dover andare a presentare i documenti solo ed esclusivamente quando è l’ufficio in questione a convocarti?
Una volta negli uffici ci si poteva recare quando si voleva a patto di osservare l’orario d’apertura, ora invece il signor ipsilon viene convocato lunedì 8 maggio alle ore 11.30 e per potersi presentare dovrà chiedere un permesso al lavoro. Davvero comoda per il cittadino questa transizione digitale! E soprattutto rispettosa dei suoi altri impegni!
Se il signor ipsilon avesse degli altri impegni dovrebbe infatti, inviare una mail per comunicarlo e attendere un alto mese o giù di lì per essere convocato in seconda battuta.
Non sarebbe ora di cominciare a porre sotto la lente d’ingrandimento la narrativa un po’ troppo ottimistica di questa transizione e analizzarne criticamente gli impatti reali? In teoria l’integrazione della tecnologia digitale nella burocrazia dovrebbe portare a una maggiore efficienza, trasparenza e accessibilità. Tuttavia, nella pratica, ci troviamo spesso di fronte a un quadro ben diverso. Le promesse di semplificazione e snellimento dei processi burocratici si sono rivelate spesso illusorie, con sistemi digitali che, invece di semplificare, complicano ulteriormente le procedure.
Uno dei maggiori problemi è rappresentato, infatti, dalla digitalizzazione dei documenti e dei processi senza una reale semplificazione o riforma dei processi stessi. Troppo spesso ciò ha portato alla trasposizione di inefficienze esistenti nel mondo analogico nel nuovo ambiente digitale. I cittadini si trovano ad affrontare labirinti digitali di procedure complesse e poco intuitive dove le informazioni si disperdono tra una miriade di sistemi e piattaforme.
Inoltre c’è da considerare il divario digitale che esclude coloro che non hanno accesso o competenze sufficienti in quest’ambito. La tecnologia digitale nella burocrazia rischia di escludere anziché includere, creando una disparità tra coloro che possono navigare agilmente e coloro che si trovano a lottare per comprendere e accedere ai servizi pubblici. Basti pensare ad anziani e dislessici.
Altro punto critico è rappresentato dalla questione della sicurezza e della privacy dei dati. Con la digitalizzazione dei processi burocratici emergono sempre più preoccupazioni riguardo alla protezione dei dati personali e sensibili. I recenti scandali legati alla violazione della privacy e al furto di dati mettono in dubbio la sicurezza dei sistemi digitali utilizzati dalla burocrazia alimentando la diffidenza tra i cittadini nei confronti di tali tecnologie.
Infine non possiamo ignorare il fenomeno della digitalizzazione che favorisce l’automazione e la sostituzione di lavoro umano con algoritmi e sistemi automatizzati. Sebbene ciò possa portare a una certa efficienza in termini di tempi e costi, solleva anche importanti questioni etiche e sociali riguardanti il futuro del lavoro e la dignità umana.
In conclusione mentre la tecnologia digitale potrebbe offrire opportunità di miglioramento nella burocrazia è essenziale affrontare criticamente i suoi impatti e le sue limitazioni. È necessario un approccio olistico che vada oltre la mera digitalizzazione dei processi, ponendo al centro l’obiettivo di creare un sistema burocratico veramente efficiente, inclusivo e rispettoso della privacy e della dignità umana.