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GUIDA ALLE MOSTRE DI FINE ESTATE IN GIRO PER L’ITALIA

Tra i Macchiaioli a Roma, le meraviglie degli Zar a Torino, le foto di Steve McCurry (sempre a Torino) e di Mimmo Jodice a Napoli nonché diverse altre personali (tra cui quelle dedicate a Escher e a Mucha), per gli amanti dell’arte, in questo periodo, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Ma andiamo con ordine.   La Reggia di Venaria propone “I Romanov e il Palazzo Imperiale di Peterhof”. La mostra ripercorre lo splendore di uno dei complessi di palazzi e fontane più sontuosi del mondo. Si tratta  di un centinaio di opere tra dipinti, abiti, porcellane, arazzi ed oggetti preziosi provenienti dalle sale auliche di Peterhof, che sono in grado di rievocare la vita dei Romanov, in una delle più importanti e prestigiose tra le loro residenze, oggi meta principale del turismo culturale in Russia.

Fino al 25 settembre si può visitare invece “Il mondo di Steve McCurry”, uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea, punto di riferimento per un larghissimo pubblico, soprattutto di giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo in cui ci si può riconoscere.

Info su www.lavenaria.it.

Scomparso nel 1972, anche Maurits Cornelis Escher, ha lasciato un vastissimo corpus di opere che non solo non mostrano i segni del tempo, ma possono essere considerate di essenziale influenza sulle nuove tecnologie digitali. Per questo motivo il Comune di Milano gli ha dedicato una retrospettiva che è stata allestita negli spazi di Palazzo Reale fino al 22 gennaio. La mostra è prodotta dal Palazzo Reale stesso, da Arthemisia Group e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE. Con oltre 200 opere, l’itinerario del progetto espositivo è un viaggio all’interno dello sviluppo creativo dell’artista, partendo dalla radice liberty della sua cultura figurativa, soffermandosi sul suo amore per l’Italia e individuando nel viaggio a L’Alhambra e a Cordova la causa scatenante di un interesse per le forme geometriche già ampiamente presente nella sua vena creativa.

Snodo centrale della mostra è il momento della maturità artistica di Escher con i temi della tassellatura e degli oggetti impossibili. Questi due aspetti dell’opera di Escher introducono al suo rapporto con le Avanguardie storiche – come il Futurismo – e un chiaro riferimento al Surrealismo, punto nodale del suo intreccio creativo. Inevitabile poi una sezione dedicata agli aspetti matematici e di percezione visiva dell’Universo Escher. Infine, una sezione è dedicata a documentare quanto il suo stile sia stata centrale nella cultura, nell’editoria e nella musica del Novecento (Info e prenotazioni  allo 02/89 29 711)

A Roma si può optare invece per i “I Macchiaioli: le collezioni svelate in mostra al Chiostro del Bramante (fino al 4 settembre) o per la personale di Alphonse Mucha al Complesso del Vittoriano fino all’11 settembre.  La  prima (con più di un centinaio di opere esposte) ha il pregio di presentare al pubblico per la prima volta importanti dipinti dei Macchiaioli e non solo, collocandoli nel contesto delle antiche collezioni che in origine li ospitarono. (Le opere che appartenevano a grandi collezioni del passato – come quella di Cristiano Banti, Diego Martelli, Rinaldo Carnielo, Edoardo Bruno, Gustavo Sforni, Mario Galli, Enrico Checcucci, Camillo Giussani, Mario Borgiotti – oggi sono confluite per lo più in collezioni private e rappresentano un nucleo inedito del più importante movimento pittorico italiano del XIX Secolo), mentre la seconda si compone di oltre 200 opere Alphonse Mucha (1860-1939) è stato uno degli artisti più celebri dell’Europa a cavallo tra ‘800 e ‘900: combinando immagini di donne seducenti a composizioni e layout tipografici innovativi creò originalissimi manifesti. Nacque così un nuovo genere di arte visiva fiorito nella Parigi della Belle Époque. Lo stile Mucha venne a indicare ben presto tutta una serie di opere grafiche e oggetti decorativi che arredavano le case dei cultori dell’arte a Parigi e in altri Paesi, diventando un’icona dell’Art Nouveau.

Info rispettivamente su http://chiostrodelbramante.it e www.ilvittoriano.com

A Napoli infine si può visitare una mostra dedicata a Mimmo Jodice, al Museo Madre fino al 24 ottobre. Si intitola “Attesa 1960-2016” ed è la più ampia retrospettiva a lui fin’ora dedicata. Jodice ha costruito la sua carriera, partendo dalla ricerca ontinua sulle sperimentazioni degli anni sessanta/settanta in luoghi che vanno dal Mediterraneo alle grandi Metropoli. Info su www.madrenapoli.it

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