VOLA

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Prima farfalla d’ estate
venuta armata in fogli d’ aria
d’ imperterrita fragilità vestita,
venature di cristallo
e calore appena raccolto.
Trasparente morula
in questa luce affilata
grumo orlato quasi di niente
iroso in cabrate contro vento
come a trafiggere
lame nere e colonne di calore,
muto di gravità ribelle
in dispersi pigmenti.
Io t’ inseguono
sotto cupole di linfa
nel teatro umido
gonfio d’ infiniti spettatori
come fossimo attori d’ Atene
nell’ attimo nostro
che vince il tiranno.
Fremito or più vicino
ascolto il tuo segreto
punto accolto e generato
groviglio di rotte
nel tuo tempo sbandato;
passa ancora più dentro
nella memoria slacciata
nell’ intreccio di forme che siamo
su palco di calore e dispersione.
Una linea tra foglie:
ora ti guardo
sfolgorante scintilla strappata
che recita con me
la nostra memoria muta
la nostra impossibile presenza.
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Foto da Pixabay / Ian Kelsall
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