La Francia, al centro delle attenzioni del mondo con la recente elezione all’Eliseo del giovane Macron, ha scelto il tema della Luce quale filo conduttore dell’offerta turistica di quest’anno. Una scelta voluta in contrapposizione all’oscurantismo che ha armato d’odio chi ha attentato la pace negli ultimi 2 anni, a Parigi e a Nizza.
Un tema, quello della Luce, di casa in Francia, Paese che lega il suo nome alle ville-lumière, ai suoi Pittori Impressionisti , che della luce han fatto il tratto forte delle loro opere, alle feste ad essa dedicate, come quella di Lione, agli spettacoli son et lumière, che fan volare la fantasia sulle facciate delle cattedrali, dei castelli, dei giardini. E alle sue architetture “costruite con la Luce”. Come il Centre Pompidou, voluto da Georges Pompidou, presidente della Repubblica francese tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo, che volle creare nel cuore di Parigi un Centro nazionale d’arte e di cultura.
E l’anno della Luce non a caso cade in occasione di un’importante ricorrenza di questa icona multifunzionale del sapere, che infatti fu aperta al pubblico esattamente 40 anni fa.
Era il 31 gennaio 1977, ad inaugurarlo fu Valéry Giscard d’Estaing, il Presidente che tanto l’aveva voluto era morto 3 anni prima. C’era una folla curiosa di fronte a quella strana astronave che pareva sbuffare nella Capitale. E c’erano, poco più che trentenni, il progettista Renzo Piano e il suo collega Richard Rogers. Racconta Piano, in un’intervista al figlio Carlo, di quei momenti: “non pensavamo di vincere. C’erano 681 studi di architettura che avevano partecipato a quel concorso. Noi eravamo dei ragazzacci di poco più di trent’anni che dopo la consegna del progetto ci eravamo rimessi a fare i nostri piccoli progetti senza neppure più pensarci. Ci avevamo provato.” E invece vinsero il concorso con giudizio unanime: venti giurati su venti scelsero il loro progetto.
E fu Beaubourg, come lo chiamano i Parisiens: 10 pani di 7500 metri quadri, più di 12 mila metri quadri dedicati alle collezioni del Museo Nazionale d’Arte Moderna, 2900 mq dedicati alle mostre temporanee, 100 mila opere, 2 sale cinematografiche, una sala spettacoli, una sala conferenze, una biblioteca pubblica che può ospitare più di 2 mila lettori, un centro di documentazione, la biblioteca Kandinsky e una sala riservata agli studiosi.
www.centrepompidou.fr