Per chi non lo conoscesse, Ray Caesar, l’ uomo “nato cane” , come lui stesso si definisce, è forse il più importante esponente al mondo della Digital Art. Di sicuro, a collezionare le sue opere sono (tanto per fare un esempio) Madonna, Kate Moss ed Elton John. Chiunque può però ammirarle, fino al 19 aprile, nelle sale di Palazzo Saluzzo Paesana a Torino (via della Consolata 1bis). Per crearle, Caesar si avvale dell’utilizzo del software 3D Maya e di una complicata tecnica di stampa ad altissima definizione su carta fotografica, partendo da strutture scheletriche rimodellate e “ricoperte” di pelle trasparente, capelli, vestiti e abiti rococò. L’esposizione si intitola “The trouble with Angels”.
Cresciuto in Canada, Ray Caesar non dipinge (anche se ha studiato arte) e non fotografa (anche se si è laureato in fotografia).
Ha lavorato, invece, per 17 anni, come illustratore, nel dipartimento di arte dell’ospedale pediatrico di Toronto, dove con molta probabilità il suo immaginario (già turbato e popolato da fantasmi e paure), si è ulteriormente arricchito. I bambini malati hanno lasciato un profondo segno nella sua personalità già piuttosto fragile. Il padre artritico e incattivito (perennemente arrabbiato col mondo) lo portò a detestare il genere maschile tanto che i suoi giochi di bambino includevano sempre i vestiti della mamma e la sua immaginazione è (come si può evincere dalle immagini) popolata da acerbe figure femminili, talvolta fiabesche, talvolta inquietanti, immerse in scenari onirici.
Non è possibile scindere l’opera di Ray Caesar dalla sua storia personale: la sua biografia fornisce le chiavi di lettura per l’interpretazione della simbologia sempre presente nelle sue opere.
La mostra è composta da venti opere (più una esposta nella lobby del Golden Palace, in via dell’Arcivescovado 18) che raccontano le ossessioni dell’artista. Le sue creature sono a metà strada tra il reale e l’immaginario. Donne che sembrano angeli ma inquietano per il pallore e il taglio freddo e inespressivo degli occhi e sorprendono con i loro tentacoli o con gli uncini che spuntano dagli abiti fiabeschi (ad evocare tremende torture) o ancora con i loro guanti muniti di artigli.
Caesar ambienta le sue opere in epoche passate, attingendo dall’art decò e dal periodo vittoriano, usando abiti sontuosi e particolari d’epoca.
La forte sensualità delle protagoniste, ambigue donne-bambino, seduce e, al contempo, crea turbamento. Ma tutte le azioni rappresentate sono sospese, come congelate in un istantanea in bilico tra il bene e il male.
Gli ambiti dove il piccolo Caesar si rifugiava per dissociarsi dalla realtà ora tornano creando fantasie di mondi a metà strada, tra il bene e il male, tra lo stupefacente e il terribile.
Non a caso le protagoniste delle sue opere hanno spesso le labbra sporche di sangue. Non a caso i loro corpi stanno per trasformarsi in insetti, seppure elegantemente avvolti in abiti pomposi e scintillanti o sensuali e seducenti. Non a caso, infine, l’aria da ragazzine angeliche delle sue protagoniste contrasta con le pose lascive e maliziose in cui vengono ritratte.
L’opera di Ray Caesar ha dunque una componente voyeuristica che attira l’osservatore in quell’”altrove” in cui l’autore tenta di seppellire i propri fantasmi.
L’esposizione ha fatto il giro di mezza Italia partendo da Roma per approdare appunto a Palazzo Saluzzo Paesana di Torino, cornice perfetta per queste opere surrealiste che si inseriscono tra gli stucchi e le tappezzerie dell’appartamento padronale.
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The trouble with Angels
Palazzo Saluzzo Paesana a Torino (via della Consolata 1bis)
dal martedì alla domenica dalle 15 alle 19
fino al 19 aprile – ingresso libero.