LATTE SOSPESO

626

Milano – Chi ci segue su queste colonne conosce la nostra attenzione per quelli che la pubblicistica tradizionale chiamerebbe i “racconti che scaldano il cuore” (e che ci piace inserire negli argomenti che ruotano “Intorno alla crisi” come per esempio quelli del caffè e del pane “in sospeso” di cui abbiamo già parlato). Questo non è ancora uno di quelli, ma gli elementi perché lo diventi presto ci sono tutti. Eccoli. Una “breve” (così si chiamano in gergo giornalistico i trafiletti di poche righe) nella cronaca milanese del maggior quotidiano d’Italia ci informa di un fatto accaduto verso fine mese di settembre in un supermercato di periferia (estremità di viale Monza) della capitale lombarda. Una vecchina, 80 anni passati, che tentava di uscire dal supermercato senza pagare un litro di latte, recidiva (sostiene la direzione, decisa a interrompere questa licenza), confessava imbarazzata al servizio antitaccheggio e ai carabinieri intervenuti successivamente di averlo fatto perché senza più soldi. Quelli della pensione se n’erano andati da un pezzo.

Un episodio, questo del furto di una bottiglia di latte, che ovviamente ha creato qualche intralcio in prossimità della cassa dove è avvenuto. Che, però, non ha mancato di suscitare anche una reazione positiva tra alcuni clienti presenti. Infatti, tra le rimostranze della maggioranza di chi rimarcava l’eccessivo rigore della decisione adottata dalla direzione del supermercato (decisione legalmente e commercialmente incontestabile, peraltro: il furto può avere attenuanti ma sempre reato resta), una giovane donna si è fatta avanti, disponibile a saldare il debito della anziana signora, subito imitata da una mamma di due gemelli. Solidarietà femminile? Può essere.

Il giornale, tuttavia, dà conto anche di una proposta avanzata da un uomo “di mezz’età”: «Siamo tutti clienti di questo supermercato, facciamo una colletta per la vecchia, un piccolo fondo da lasciare in cassa per pagarle il latte ogni volta che ne avrà bisogno». Eccola la solidarietà. Che malgrado tutto, alberga ancora nelle persone.

La proposta dell’uomo di mezz’età (non cerano giovani presenti al fatto? sarebbe stato interessante conoscere l’eventuale loro comportamento – ndr) raccoglie l’adesione dei presenti e persino quella del direttore, che soprassiede alla denuncia. Così, da quel giorno chi vuole, può lasciare una moneta. Del resto, per un litro di latte basta poco. Anche per quello del mese seguente.

Una specie di “latte sospeso”, insomma.

 

 

Articolo precedenteUN “ORTOLANO” A EXPO
Prossimo articoloI NOSTRI RAGAZZI