RIFLESSIONI, TRA IL SERIO E IL FACETO, SUI RAPPORTI DI COPPIA

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«Si lasciano i ricchi, si lasciano quelli che non avrebbero i soldi per lasciarsi, si lasciano gli innamorati, si lasciano persino quelli che si erano messi insieme per non lasciarsi soli. Si lasciano tutti, è solo questione di quando».

E’ questo il messaggio di fondo di Ester Viola che, nei suoi romanzi, parla prevalentemente di coppie che scoppiano, come ad esempio ne “Gli spaiati”, il suo ultimo romanzo, recentemente pubblicato da Einaudi.

Dunque quale miglior lettura, tanto per cominciare, visto che siamo nel mese di San Valentino?

E quale miglior modo per simili ricorrenze, se non parlare di coppie usando un pò d’ironia?Visto soprattutto che la maggior parte dei rapporti fatica a durare sul lungo periodo?

Ma, tornando alla lettura in questione, chi sarebbero esattamente questi spaiati? Per saperlo basta leggere la sinossi, che poi ne riassume anche la trama, senza però svelare troppo, giusto quel tanto per lasciarci il gusto di leggerlo per intero.

Olivia ama Luca. Luca ama Olivia, ma per il bene della sua ex moglie deve trasferirsi da Napoli a Milano. Olivia per lui è pronta a buttare tutto alle ortiche, ma le ortiche pungono e lei lo sa bene. Si perché non è facile innamorarsi, se di mestiere fai l’avvocato divorzista. Ma forse è un alibi anche questo. Forse, semplicemente, certe persone sono inadatte alla vita di coppia, sono nate spaiate.
Al primo segnale che qualcosa non funziona, gli spaiati affondano anche il salvabile.

L’autrice riprende qui, almeno in parte, i temi del suo precedente romanzo (pubblicato sempre da Einaudi nel 2016), che si intitolava “L’amore è eterno finché non risponde”.

In entrambe i romanzi, ciò che apprezzo, è l’idea di trasporre in racconto le teorie degli scienziati, secondo i quali, se ricordate (se ne parlò a profusione qualche anno  addietro) l’amore durerebbe solo tre anni.

All’epoca ci aveva già pensato anche Frédéric Beigbeder, con un romanzo  pubblicato in Italia da Feltrinelli (nel 2013) che si intitolava appunto “L’amore dura tre anni”, trasposto poi anche in un film, per la regia dello stesso Frédéric Beigbeder.

Massimo Gramellini lo aveva definito “Cinico ma vero”.

Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, ma almeno possiamo prenderla sul ridere. Che non è poco.

D’altra parte mi è capitato di leggere, anche se non ricordo dove, che ormai il termine resiliente se lo aggiudicherebbe solo più chi è in grado di riprendersi velocemente da una separazione … perché le separazioni ormai sono all’ordine del giorno e quindi tanto vale abituarcisi.

Secondo alcuni psicologi la causa sarebbe da ricercarsi in una cultura sempre più narcisista e individualista, che caratterizzerebbe, ormai senza rimedio, la nostra società … e per rendersene conto basterebbe anche solo leggere l’“Amore liquido” del noto filosofo e sociologo Zygmunt Bauman (Laterza), incentrato “Sulla fragilità dei legami affettivi.

Certo magari sarà meno divertente di un romanzo ironico, ma in effetti chiarisce bene come le relazioni riescano a generare insicurezza tanto quanto la solitudine. Molte perone anelano, infatti, la sicurezza dell’aggregazione e una mano su cui poter contare nel momento del bisogno, ma nel contempo (e qui si torna appunto agli spaiati) hanno paura di restare impigliati in relazioni stabili, temendo che un legame stretto comporti oneri che non vogliono né pensano di poter sopportare.

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