Quando nasciamo non sappiamo ancora quale sarà la nostra meta, il nostro viaggio.
Se sarà fatto di parole, di lacrime e di sorrisi, di catene, di rifiuti, di abbracci caldi o freddi, solitario o in compagnia per un poco o per tutta la vita.
Non sappiamo se faremo km altrove o giri intorno a noi;
Se alleveremo cuccioli o se daremo da mangiare briciole di pane agli uccellini;
Se incontreremo guru o lupi, angeli, mostri o maestri;
Se vivremo il silenzio o voci, il brusio del vento o lo sfrigolare del fuoco nel camino;
Se gusteremo il sapore del pane o delle lacrime di un bambino.
Non sappiamo ancora:
Se vedremo sbarre alle finestre, se i nostri passi saranno nel buio o sotto la luce di un lampione;
Se solcheremo mari in tempesta o calde bonacce;
Se scaleremo montagne o le profondità degli abissi, sotto il sole accecante del deserto o di lande solitarie e misteriose;
Se sapremo gioire dell’universo;
Se saremo deboli o forti, o forti e deboli, o forti con i deboli e deboli con i forti;
Se saremo stati guru o lupi, angeli, mostri o maestri…
Ma sarà il nostro viaggio a farcelo scoprire.
Quella sarà la nostra meta:
Accettare di vivere il viaggio, giorno per giorno, un po’ di più, senza mappe, senza corde e senza timore.
Alla fine del viaggio con le rughe, con le ossa rotte, senza maschere, ci gireremo indietro
E diremo in primis a noi stessi “ho fatto quanto ho potuto, è andata cosi” nel bene e nel male;
Ho imparato a conoscere me stesso.
Perché è nella conoscenza di noi la meta del viaggio senza meta.
Alla fine del viaggio saremo giudicati sull’Amore.
Pubblicato con titolo Se … sull’Antologia del Premio Nazionale Arti Letterarie Metropoli di Torino 2023