UNA GIORNATA PER OPPORSI ALLA VIOLENZA SULLE DONNE: RIFLESSIONI ED EVENTI

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Il tema della violenza nei confronti delle donne, che spesso suscita sentimenti di repulsa e tentativi di rimozione sociale (oltre che individuale), si può affrontare attraverso l’intreccio di linguaggi comunicativi differenti come l’arte, la rappresentazione teatrale, la scrittura, ma anche attraverso le testimonianze personali. E’ quello che si propongono di fare gli enti e le istituzioni che aderiranno  alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra lunedì 25 novembre. Le iniziative saranno diverse a seconda delle città e in alcuni casi dureranno più giorni, prendendo il via già da sabato 23 (i programmi si possono consultare sul sito del comune di appartenenza). La parola chiave dell’edizione di quest’anno è giustizia. Giustizia per le donne maltrattate e uccise, ma anche per quelle che iniziano ora il loro percorso di denuncia rompendo il silenzio. E qui vorrei fare alcune considerazioni. E’ importante, nei casi di violenza, che per giustizia non si intenda solo quella legata agli aspetti  strettamente legali della vicenda ma che riguardi comportamenti e atteggiamenti di coloro che sono vicini alla vittima, i familiari, gli amici etc. La vittima ha bisogno di sostegno e non di essere giudicata. Ancora troppo spesso chi subisce una violenza o una persecuzione si sente chiedere  “ma tu cos’hai fatto per attirare o provocare un tale comportamento?”. Questo genere di domande rappresenta una forma ulteriore di violenza morale che si aggiunge a quelle fisiche e che invece di aiutare può alimentare, nella vittima, sentimenti di vergogna. I violenti, i persecutori, non hanno alcun bisogno di avere un motivo reale per dar forma al proprio livore e scaricare la propria rabbia. Sono tendenzialmente violenti a prescindere e per esplodere gli basta un pretesto anche minimo. Spesso sono uomini che ce l’hanno con il mondo intero o con il loro capufficio e trovano un modo comodo e sbrigativo di sfogare la loro rabbia a casa sulle loro mogli, compagne, figlie etc. Se le donne devono imparare a non colpevolizzarsi e a non provare vergogna per essere o essere state violentate o perseguitate, è altrettanto importante cominciare a cambiare questa cultura della semplificazione causa-effetto. Gli uomini violenti esplodono perché hanno un problema con la gestione della rabbia e/o del senso di frustrazione e non perché siano stati effettivamente provocati, come tendono a giustificarsi il più delle volte. Sono in molti ad usare questa scusa, come se la risposta violenta ad una  provocazione fosse giustificabile. Molti di loro si definiscono non violenti perché in fondo usano la violenza soltanto se ritengono di essere stati provocati. E qui c’è senz’altro un problema culturale di base che in fondo ammette la violenza come forma di reazione o di risposta ad un “torto” subito o presunto tale. Ma su quest’ultima considerazione bisognerebbe aprire un capitolo a parte, poichè il fenomeno e molto complesso. Torno pertanto alle iniziative in questione. il Centro studi e documentazione del pensiero femminile di Torino lancerà per l’occasione, l’iniziativa “Nessuna colpa, nessuna vergogna” che avrà luogo sabato 23 novembre alle 15,30 in piazza Castello. All’insegna dello slogan “Non tocca a noi vergognarci”, molte donne racconteranno le loro storie ed esperienze in pubblico poiché, come spiegano gli organizzatori,Ogni volta che unite e forti denunceremo sul palco di una piazza la nostra storia toglieremo forza ad ogni forma di violenza con la quale ci vogliono annientare”. La giornata è promossa dal suddetto centro e dalla redazione di “XXD, rivista di varia donnità”, sul cui blog (www.xxdonne.net) sono visibili le adesioni e tutte le info dettagliate (per aderire all’iniziativa e/o partecipare con la propria testimonianza occorre scrivere a: info@pensierofemminile.org). A Milano, invece, il 25 a partire dalle 20 si terrà, nell’Auditorium di via Valvassori Peroni 56, la presentazione del libro “Un’altra vita” scritto da Giovanna Campo sul tema autobiografico della violenza domestica. La presentazione, che rientra in un più ampio progetto dell’Associazione Scrivere contro la Violenza, sarà alternata dalla lettura di brani, da brevi interviste e da momenti di dibattito. Questo progetto si prefigge di parlare di violenza attraverso diversi linguaggi: poesia, musica, drammatizzazione, intervista e dibattito. E’ importante, infatti, parlarne per portare a conoscenza di tutti, i retroterra culturali e gli aspetti psicologici e sociali che stanno dentro e dietro questo fenomeno. Lo scopo è inoltre dare voce ai vissuti delle vittime, spesso inconsapevoli di ciò che sta loro succedendo, perché possano dare un nome alla situazione che stanno subendo, riescano a decidere di reagire, nella convinzione che la loro vicenda possa avere una soluzione positiva. Questo ed altri progetti della città, organizzati per l’occasione, si possono consultare sul portale del Comune di Milano, www.comune.milano.it. Concluderei segnalando ancora l’iniziativa promossa dalla Rete Maschile plurale che propone, per prepararsi adeguatamente alla giornata del 25, un convegno dell’Università di Parma (in collaborazione con molti enti ed istituzioni locali) sulle radici culturali della violenza maschile dal titolo “Disonorare la violenza”. L’iniziativa, il cui sottotitolo promette di “Decostruire i codici culturali della violenza maschile” avrà luogo appunto a Parma (Aula Magna, Borgo Carissimi 10) giovedì 14 e venerdì 15 novembre. Info e programma al link: http://maschileplurale.it/cms/images/brochure%20disonorare%20la%20violenza.pdf ——————————————   scarpe 3

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