… MA PER LE VIE DEL BORGO …

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Inaugurando una nuova rubrica dedicata alle bellezze e alle peculiarità dei borghi italiani, abbiamo deciso di iniziare con Pecetto torinese, uno dei piccoli paesini arroccati sulla collina torinese, ricco di storia e immerso nel verde. Il suo abitato, a poco più di 400 metri d’altezza e la fitta vegetazione che lo circonda, garantiscono, anche nelle estati più afose, un clima che, soprattutto verso le ore serali, concede tregua alla calura e consente sonni ristoratori.

Prima di addentrarci nel merito, però, ci concediamo ancora una digressione, solo per specificare che abbiamo deciso di intitolare la rubrica, in omaggio al poeta Giosuè Carducci, Ma per le vie del borgo…

Con la sinuosità dei suoi declivi e la peculiarità del suo clima, dunque Pecetto, è proprio un borgo da riscoprire, come stanno facendo soprattutto i visitatori che, dall’Europa, si fermano qui di passaggio per poi andare a visitare mete nostrane ben più famose. Questo piccolo angolo della collina torinese ha, tuttavia, sempre esercitato un’attrattiva, non solo sui visitatori occasionali, bensì anche su chi lo sceglie come rifugio estivo per trascorrere le vacanze nella quiete e nel relax. Fino ai primi del 900 d’altronde era considerato dai torinesi come il luogo ideale per la villeggiatura. Molti personaggi illustri l’hanno a lungo frequentato e alcuni di loro hanno trovato qui il loro domicilio d’elezione. La fama di Pecetto, come località dall’aria salubre, risale infatti, addirittura al Cinquecento. Chi ne aveva i mezzi fuggiva qui, ad esempio, anche per scampare alle epidemie che, occasionalmente, ammorbavano la città e le pianure circostanti. Ecco perché, a seguito dell’attuale pandemia, molte persone stanno riconsiderando l’opportunità di abbandonare la città e tornare a vivere in luoghi come questo, che oltretutto, consentono di raggiungere il centro cittadino con soli 15/20 minuti di macchina.

Oltre ai monumenti e alle chiese (tra le più note quella di San Sebastiano, del XIII secolo, e la Parrocchiale di Santa Maria della Neve, del Vittone), sono sorte dunque, negli anni, anche molte ed eleganti ville abitate o frequentate, per lo più, da personaggi del mondo politico, letterario o dello spettacolo. La scrittrice Barbara Allason, a cui ora è intitolata la piccola e deliziosa biblioteca civica locale, è nata e  ha vissuto, ad esempio  alle Arnelle, un’abitazione storica che si trova fuori dal centro abitato, un po’ in mezzo ai boschi. Parliamo degli anni che vanno dal 1877, anno della sua nascita al 1968. Alle Arnelle visse anche suo zio Silvio, affermato pittore, e qui la scrittrice passò ore dense di speranze, di lavoro e di sogni, come lei stessa scrisse nei suoi romanzi. Tra questi ricordiamo Memorie di una antifascista 1919-1940 e Vecchie ville vecchi cuori.

Anche Silvio Pellico fu un frequentatore assiduo di questi luoghi. Era ospite sia di alcune abitazioni di Moncalieri dove si recava in visita da amici, sia della pecettese Villa Talucchi (ora Talucchi Pallavicini) dove si incontrava con l’amata Gegia, che qui trascorreva la villeggiatura in compagnia della cugina, l’attrice teatrale Carlotta Marchionni. Villa Mogna fu, invece, teatro di decisioni importanti per il futuro dell’economia locale. Sembra, infatti, che proprio qui, agli inizi del ‘900, l’avvocato Mario Mogna (allora sindaco di Pecetto) abbia deciso, su suggerimento di Giovanni Giolitti, suo ospite, di sostituire i vigneti, decimati dalla filossera, con piante di ciliegio. Da qui la fama di Pecetto quale “Paese delle ciliegie”.

Venendo ad anni più recenti sono da citare, il Café Roma della celebre Annina che, negli anni ’50, era punto d’incontro dei giovani pittori di scuola torinese – Annina fu tra l’altro anche staffetta partigiana – e la trattoria del Pilone del Lupo che negli anni ’60 e ’70 ospitava spesso l’editore Giulio Einaudi e la sua corte redazionale.

Ma cosa si può fare di bello a Pecetto? Oltre a visitare chiese e ville, si possono fare belle passeggiate o vere e proprie escursioni, ad esempio salendo fino all’Eremo dei Camaldolesi, un ex convento che risale al XVI secolo, anche se ora adibito ad ospedale. Qui si può godere di una bellissima vista su Torino. Oppure ci si può inerpicare fino al Bric san Viter in strada della Vetta, dove ci sono resti di mura risalenti probabilmente al medioevo. Il sito, in cima a un’altura immersa nel verde, è stato individuato nel 1991 dai volontari del Gruppo Archeologico Torinese. Per raggiungere questi luoghi si sale fino a 700/750 metri quindi è l’ideale per chi voglia allenarsi, senza patire il caldo. A pochi chilometri d’auto si può raggiungere la basilica di Superga da cui si può godere di una vista spettacolare, soprattutto salendo fin su, sulla cupola e dove si possono visitare anche le tombe dei Savoia e il Museo del Grande Torino e della leggenda granata. Il museo si trova all’interno di una bella villa dei primi del ‘900 (Villa Claretta) e commemora, tra le altre cose, anche la tragedia avvenuta il 4 maggio del 1949, quando a bordo di un Aereo Fiat, l’intera squadra calcistica si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica stessa.

Sempre in zona si può approfittare dell’Osservatorio di Pino torinese nonché Museo dello Spazio, che propone sempre molte attività didattiche anche per i più piccini. Deve il suo nome alla presenza dell’Osservatorio Astronomico, trasferito da Palazzo Madama nel 1922 e oggi sede del telescopio rifrattore più grande d’Italia. Accanto, si trova Museo interattivo dell’Astronomia e dello Spazio e un Planetario digitale tra i più avanzati d’Europa gestiti da Infini.to (www.planetarioditorino.it). Per gli sportivi segnalo, infine, il Parco Avventura Tre Querce (www.p3q.it/) e i tanti sentieri che attraversano il Parco Naturale della Collina di Superga che consentono di ritrovarsi in una natura quasi selvaggia.

Ci sono poi, per concludere, le feste canoniche. Quella delle Ciliegie, ad esempio, che è ovviamente una tradizione con oltre un secolo di vita, che ha luogo ai primi di giugno e consente a tutti i partecipanti di degustare le pregiate varietà della zona. L’iniziativa è preceduta, ad aprile, dalla Camminata – anch’essa ormai storica – tra i ciliegi in fiore, che permette di ammirarne lo splendore nella sua massima espressione. E’ ormai una tradizione più che decennale, infine, quella del Presepio vivente che si tiene la notte del 24 dicembre nella Villa Sacro Cuore, adiacente alla chiesa parrocchiale.

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