ESSERE GENTILI COME ATTO RIVOLUZIONARIO

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Praticare gentilezza è un atto rivoluzionario? Così sembrerebbe, almeno di questi tempi. Da quando cioè la violenza sarebbe aumentata non solo per le strade ma anche sui social, dove furoreggiano gli haters, i cosiddetti “odiatori”, nonché i troll o provocatori digitali che seminano dissenso ed intasano le chat per far arrabbiare o reagire gli altri utenti. Anche i vecchi media in realtà si sono adeguati bene all’andazzo generale realizzando sempre più produzioni crime o film noir e thriller che gareggiano tra loro per contendersi il primato delle scene più sadiche o macabre possibili.  

Se da una parte non possiamo più contare neanche su film leggeri e al contempo intelligenti (l’happy end è ormai considerato troppo inverosimile), ma solo su B-movies melensi o cinepanettoni per lo più pecorecci, dall’altra siamo condannati a puntate in stile CSI – Scena del crimine, che iniziano quasi sempre con qualche macabro ritrovamento casuale del cadavere di turno, ovviamente in luoghi dove mai ti aspetteresti di trovarne uno.

In tutta questa violenza più o meno diffusa in cui siamo immersi per molte ore al giorno – anche se in forme diverse e non sempre riconoscibili come tali – c’è anche chi non ce la fa più e giustamente o meno, si sfoga sui social o posta contenuti a favore di qualche messaggio un po’ più positivo. Uno tra i più gettonati è “siate ribelli: praticate gentilezza.

Saverio Tommasi, nel 2018 ha anche scritto un libro, pubblicato nelle edizioni Pickwick, intitolandolo proprio così.

Per contro, sempre sui social, troviamo anche l’eccesso opposto: le frasi “buoniste” a tutti i costi, colme di bella retorica superficiale e piazzate lì tanto per raccogliere consensi e quanti più like e followers possibili.  

Fortunatamente però esistono anche siti, pubblicazioni e iniziative che consentono di riflettere un po’ più approfonditamente sul tema, come ad esempio “Bellezza tra le righe”, la rassegna di incontri letture e conversazioni ambientate nella natura, in compagnia di filosofi, scrittori, giornalisti e altri personaggi, che si propongono di guardare al futuro  con uno spirito nuovo e più fiducioso.

Giunta alla sua seconda edizione, quest’anno l’iniziativa prende il via domenica 27 giugno e condurrà il pubblico nei giardini di due dimore storiche del torinese: Casa Lajolo a Piossasco e il Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo.

Ad aprire la rassegna sono Giorgio Vacchiano, recentemente nominato dalla rivista «Nature» tra gli 11 migliori scienziati emergenti al mondo e Alessandra Comazzi, critica televisiva de La Stampa. Il primo racconterà dei suoi viaggi, alcuni dei quali alla scoperta delle foreste, del legame che si può creare con gli alberi e di come si possa guardare al futuro, sentendosi parte di un ecosistema. 

Alessandra Comazzi invece rifletterà sulle parole usate in tv e nei nuovi media: c’è spazio solo per la violenza o si può trovarne anche per la gentilezza?

La rassegna proseguirà fino al 17 ottobre con diversi protagonisti quali ad esempio, Paolo Pileri, docente e ideatore di “Vento”, un progetto che prevede una dorsale cicloturistica tra Venezia e Torino lungo il Po,  e Angelo Ferrari, giornalista dell’AGI, che si occupa dei conflitti in Africa. Il primo intratterrà i presenti con un’ode alla lentezza mentre il secondo parlerà di “Mal d’Africa” per descrivere un territorio dove la «gentilezza europea» sembra scomparsa e dove è in corso una guerra commerciale e militare di tutti contro tutti (il calendario su www.fondazionecosso.it e su www.casalajolo.it).

Sul web citerei invece  mr-loto.it, una pagina dove una sessione è dedicata alle “idee di gentilezza”. Si tratta di suggerimenti più che di ammonimenti, come ad esempio “Vai a far visita ad una persona sola” che, detta così, sembrerebbe una cosa talmente banale da rasentare la stupidaggine ma in realtà, a ben pensarci, è un consiglio altruistico e intelligente.

Ai malati quasi tutti ci pensano ma alle persone sole no. In fondo la solitudine viene percepita come una condizione normale cui dobbiamo adeguarci, anche se per qualcuno rappresenta invece una sofferenza. Se per alcune persone, infatti, la solitudine è un lusso agognato, per altre è una delle cose più intollerabili della vita. Soprattutto per quelle che tendono a deprimersi e di conseguenza a chiudersi ulteriormente in se stesse. Ecco di queste persone, chissà perché, tutti tendono a dimenticarsi.

Ma poi ne troviamo altri, altrettanto intelligenti. “Ringrazia chi lavora per te”, ad esempio o “Chiedi a una persona straniera di parlarti della sua cultura” e ancora “Aiuta un amico disoccupato a cercare lavoro”. Tra i miei preferiti c’è, “Fai ridere qualcuno” e  soprattutto “Parla bene di qualcuno”. Per quest’ultimo aggiungerei “almeno una volta ogni tanto”, perché ovviamente, parlare bene di qualcuno che riteniamo antipatico è molto difficile e farlo nei confronti di qualcuno di cui abbiamo stima, è invece cosa che spesso diamo per scontata e che quindi tendiamo a dimenticarlo.

Per quanto riguarda i libri ne citerò due pubblicati di recente. “Elogio della gentilezza” di Adam Phillips e Barbara Taylor edito da Ponte alle grazie nel novembre del 2020 e “Ci sono luoghi al mondo dove più che le regole è importante la gentilezza”. Questo libro (pubblicato dalle edizioni Solferino) raccoglie articoli di giornale scritti dal noto fisico Carlo Rovelli tra il 2010 e il 2020 per il «Corriere della Sera», il supplemento domenicale del «Sole 24 Ore» e altre testate.

L’autore, noto ai più per le sue “Sette brevi lezioni di fisica” (edito da Adelphi) parla di viaggi e di poeti (Lucrezio, Dante e Leopardi) perché “la grande scienza e la grande poesia sono entrambe visionarie, e talvolta possono arrivare alle stesse intuizioni”, ma anche di filosofi (da Aristotele a David Lewis che sostiene esistano asini che volano), di buchi neri e telescopi, onde gravitazionali e gravità quantistica. Parla del Big Bang e della nascita del tempo, di scienziati come Stephen Hawking, Roger Penrose, Kip Thorne e del sacerdote Georges Lemaître. E poi ancora della natura della mente e della coscienza (anche di quella dei polpi). Si tratta insomma  della raccolta dei sogni e delle passioni intellettuali di un fisico alla ricerca di idee nuove e di una prospettiva ampia e coerente, in cui la scienza si intrecci e si integri con l’intera cultura, una sorta di diario delle avventure intellettuali di uno scienziato che sogna un mondo in cui, più delle regole, conti appunto la gentilezza.

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Foto by Pixabay 
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