UN’ESTATE ALL’INSEGNA DELLA VILLEGGIATURA E DELL’ARTE

766

“Le smanie per la villeggiatura” è il titolo di una delle più celebri commedie di Goldoni che, anche se scritta nel ‘700, ben si presta ad interpretare la nuova tendenza degli italiani a scegliere vacanze stanziali per rigenerarsi e magari scoprire (o riscoprire), con visite giornaliere, buona parte del nostro patrimonio culturale o per praticare qualche appassionante attività sportiva in modo un po’ continuativo.

Un’inversione di tendenza dunque rispetto agli ultimi anni dove le smanie erano piuttosto rappresentate da mode e tendenze volte all’esplorazione estrema, anche nei più reconditi e inospitali luoghi del mondo.

Quest’anno invece sembra che gli italiani abbiano nuovamente scelto, per le loro vacanze, in prevalenza l’Italia. Forse qualcuno avrà cominciato a rendersi conto che, pur avendo visto il deserto della Namibia, i fenomeni naturali dell’Islanda e i paesi a rischio attentati, nulla sapeva o quasi (se non per averlo acquisito sui libri) di Pompei o dei Musei Capitolini (che per altro prenderò in esame a fine articolo) o di tanti capolavori esposti temporaneamente, o meno, nelle città d’arte dello Stivale.

Eppure, e non per fare del campanilismo, sono sempre molte le opportunità che il nostro paese offre ai visitatori, anche se a volte, con alcune difficoltà d’organizzazione e di logistica. Oltre agli immensi patrimoni museali, paesaggistici, architettonici, etc. che si possono consultare su qualsiasi guida o sito turistico, si può anche optare per mostre e allestimenti d’arte temporanei. Ecco per tanto alcuni suggerimenti.

Il Forte di Bard in Val d’Aosta propone fino al 7 gennaio “I Capolavori dell’accademia nazionale di SanLuca. Da Raffaello a Balla”. Sono più di cento le opere in mostra – olii su tela, tavole, bronzi, terrecotte e gessi – di notevole interesse storico e artistico, databili in un arco temporale dal XVI al XX secolo. Per la prima volta un corpus così ricco di opere di proprietà dell’Accademia ha lasciato la sede romana di Palazzo Carpegna per approdare a Bard, consentendo ai visitatori del Forte di conoscere una parte cospicua di un patrimonio culturale che parte da quella che è senza dubbio l’opera più preziosa della mostra, un affresco staccato raffigurante un putto, dipinto da Raffaello Sanzio per passare a capolavori del Bronzino, di Jacopo da Bassano e molti altri di Guido Reni e Gian Lorenzo Bernini, del quale viene presentato il modello in terracotta per il ‘Leone’ della Fontana dei Quattro Fiumi.

La sezione internazionale della collezione è rappresentata da opere di Rubens e Van Dyck, che soggiornarono a lungo in Italia, e di esponenti della pittura fiamminga e olandese – come Jan De Momper e Michiel Sweerts.

L’Ottocento si apre nel segno del ritratto: Andrea Appiani, Elisabeth Vigée-Lebrun, i gessi di Canova e il noto “Atleta Trionfante” di Francesco Hayez, mentre la parte finale dell’allestimento è dedicata al movimento milanese degli Scapigliati, con dipinti di Tranquillo Cremona e Federico Faruffini; due olii di Giacomo Balla, un autoritratto e il “Contadino” del 1902 (info su www.fortedibard.it)

La Biblioteca Reale di Torino propone “Intorno a Leonardo. Disegni italiani del Rinascimento, fino al 17 settembre,  La mostra è incentrata sul celebre “Autoritratto” a sanguigna di Leonardo e su una parte consistente della collezione di disegni (oltre quaranta) frutto degli illuminati acquisti del re di Sardegna Carlo Alberto

Anche gli altri musei del Polo reale propongono allestimenti interessanti. Nelle nove vetrine del primo piano della Galleria sabauda si possono ammirare, fino al 14 gennaio “Le bianche statuine. I biscuit di Palazzo Reale”, ovvero le pregiate porcellane che nel Settecento costituivano l’orgoglio e il vanto delle più prestigiose case regnanti. La bellezza dei biscuit consiste essenzialmente nella complessità e nella raffinatezza della modellazione, che spesso riprende i temi e i motivi della statuaria dell’epoca, specialmente quella dei grandi scultori francesi.

Lo spazio Scoperte, sempre della Sabauda, è dedicato invece alle invenzioni di Grechetto, straordinario disegnatore e incisore del ‘600, di cui si potranno ammirare una trentina delle più celebri incisioni (fino al 29 ottobre) mentre per quanto riguarda la sezione “Confronti”  lo spazio della dedicato all’incontro tra opere, si può ammirare fino al 10 settembre la “Madonna dei Miracoli”, così chiamata perché a lei viene attribuito il merito di aver debellato la pestilenza che affliggeva Milano nel 1485, dipinta da Giovan Battista Crespi detto il Cerano. La pala è presentata insieme al bozzetto in terracotta della Vergine, modellato da Cerano in età giovanile. Il confronto consente di apprezzare la poliedricità di uno dei massimi protagonisti del Seicento lombardo (info su www.museireali.beniculturali.it)

Alla Reggia di Venaria si possono ammirare tra le altre, la personale di Giovanni Boldini con oltre 100 capolavori tra olii e pastelli (c’è tempo fino al 28 gennaio) e la particolarissima video-installazione “Caravaggio Experience”, che utilizza un sofisticato sistema di multi-proiezione a grandissime dimensioni, combinato con musiche suggestive e fragranze olfattive, in grado di portare il visitatore a vivere un’esperienza sul piano sensoriale, attraverso una vera e propria“immersione” personale nell’arte del maestro del Seicento. Negli spazi architettonici della Citroniera Juvarriana, il visitatore sarà dunque “coinvolto” in uno spettacolo di proiezioni e musiche della durata di 50 minuti in cui sono evocate 58 opere del grande pittore. L’installazione ripercorre i temi dell’intera produzione caravaggesca: la luce, il naturalismo, la teatralità, la violenza; e termina con un viaggio ideale attraverso i luoghi di Caravaggio, seguendo cronologicamente i periodi della sua vita (info su www.lavenaria.it)

Ma se la Venaria Reale propone questa particolare esperienza su Caravaggio, il Mudec di Milano ne ospita una anolaga dedicata a Klimt.

Si tratta di “Klimt Experience”, l’installazione multimediale dedicata al pittore austriaco (1862-1918), che si potrà sperimentare  fino al 7 gennaio. Il pubblico si troverà immerso nelle riproduzioni delle tele di Klimt, di cui potrà inoltre approfondire la vita attraverso materiale fotografico e ricostruzioni in 3D della Vienna di inizio ‘900. Un’esperienza immersiva a 360° consentirà di sperimentare, attraverso immagini, suoni e musiche, la dimensione pittorica, culturale e sociale in cui l’artista visse e lavorò.

700 opere saranno, infatti, proiettate su tutte le pareti, dal pavimento al soffitto, andando a creare un unico suggestivo flusso. Ad accompagnarle brani di Strauss, Mozart, Wagner, Beethoven, Bach, e Webern, gli stessi che influenzarono ampiamente la produzione di Klimt.

Tecnologie all’avanguardia, con 30 proiettori laser e una definizione di 40 milioni di pixel, garantiranno una visione più che mai dettagliata dell’universo klimtiano, pieno di simboli, rappresentazioni enigmatiche e atmosfere sensuali (info su www.mudec.it)

Fino all’11 settembre invece, il PAC ospita invece l’“Africa. Raccontare un mondo”, ovvero la mostra che esplora lo scenario artistico dell’Africa subsahariana contemporanea. Il percorso espositivo, a cura di Adelina von Fürstenberg (e per la sezione di video e performance da Ginevra Bria), si articola attraverso quattro diversi temi: Dopo l’IndipendenzaL’introspezione identitariaLa generazione Africa e Il corpo e le politiche della distanza.

In programma in occasione della mostra anche proiezioni, visite guidate, incontri, laboratori per adulti e bambini (ulteriori info su www.pacmilano.it)

Da Duchamp a Cattelan. Arte contemporanea sul Palatino” è ciò che si può visitare a Roma se si vuole uscire dai soliti percorsi della classicità.

In questa esposizione l’arte contemporanea torna a confrontarsi con l’archeologia e presenta 100 opere (fino al 29 ottobre)- tra grandi installazioni, sculture, dipinti, fotografie e opere su carta di artisti provenienti da 25 diverse nazioni.
Accanto a maestri riconosciuti come Marina Abramović, Gino De Dominicis, Marcel Duchamp, Gilbert & George, Joseph Kosuth, Barbara Kruger, Richard Long, Allan McCollum, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Remo Salvadori, Mario Schifano, Mauro Staccioli, sono proposti i lavori realizzati da alcuni tra i più significativi esponenti delle ultime generazioni quali Mario Airò, Maurizio Cattelan, Anya Gallaccio, Cai Guo-Qiang, Claudia Losi, Paul McCarthy, Sisley Xhafa, Vedovamazzei e Luca Vitone. Non manca, poi, una serie di lavori realizzata da designer e architetti quali Ugo La Pietra, Gianni Pettena e Denis Santachiara.

All’interno dello Stadio Palatino e del peristilio inferiore della Domus Augustana, la mostra articola tra
architettura, identità, comunicazione e creazione: a confronto con le maestose architetture dei palazzi imperiali del Palatino, questi materiali si interrogano sul senso del tempo e della permanenza. Si tratta di interventi, molti dei quali creati appositamente per questo progetto, che ci suggeriscono differenti percorsi di comprensione dell’antico.

I lavori provengono dal museo ALT creato dall’architetto Tullio Leggeri, tra i maggiori collezionisti italiani che, fin dagli anni ’60, ha caratterizzato il suo rapporto con gli artisti sviluppando i loro progetti e suggerendo soluzioni tecniche e creative. Tra le monumentali rovine è stata dunque installata una significativa selezione delle oltre 1000 opere che costituiscono la sua raccolta (info su www.oggiroma.it – eventi)

A chi preferisce respirare la storia invece propongo “Pintoricchio pittore dei Borgia. Il mistero svelato di Giulia Farnese” in mostra ai Musei Capitolini fino al 10 settembre.

Un’esposizione affascinante che raccoglie splendidi dipinti e racconta storie cortigiane della Roma tardo quattrocentesca. I protagonisti sono un Papa, il controverso Alessandro VI al secolo Rodrigo Borgia (Papa dal 1492 al 1503), una dama raffinata e bellissima, Giulia Farnese(1475-1524), amante adolescente e concubina non troppo nascosta dello stesso Papa, e uno degli artisti più estrosi del nostro Rinascimento, Bernardino di Betto, detto il Pintoricchio (c.1454-1513).

Un pontificato, quello di Alessandro VI, che assecondò intrecci dinastici, veleni di palazzo, calunnie e gelosie, ma nello stesso tempo incoraggiò le arti con la chiamata a Roma del Pintoricchio autore di uno dei cicli pittorici più famosi della storia dell’arte: quello del nuovo appartamento papale in Vaticano. L’appartamento Borgia, ricco di contenuti umanistici e teologici, opera fortemente innovativa per la sensibilità quasi rivoluzionaria con cui Bernardino di Betto interpretò col suo linguaggio “all’antica” il programma ideologico e politico di Alessandro VI (info su www.museicapitolini.org

Pompei e i Greci” è infine l’allestimento che si può visitare fino al 27 novembre a Pompei. Seguendo artigiani, architetti, stili decorativi, soffermandosi su preziosi oggetti importati ma anche su iscrizioni in greco graffite sui muri della città, il percorso mette a fuoco le tante anime diverse di una città antica, le sue identità temporanee e instabili.

Sono oltre 600 i reperti esposti tra ceramiche, ornamenti, armi, elementi architettonici, sculture provenienti da Pompei, Stabiae, Sorrento, Cuma, Capua, Poseidonia, Metaponto, Torre di Satriano e ancora iscrizioni nelle diverse lingue parlate -greco, etrusco, paleoitalico-, argenti e sculture greche riprodotte in età romana. La mostra nasce da un progetto scientifico e da ricerche in corso che, per la prima volta, mettono in luce tratti sconosciuti della città vesuviana.

L’allestimento espositivo, che occupa gli spazi della Palestra Grande di Pompei, è progettato dell’architetto svizzero Bernard Tschumi e include tre installazioni audiovisive immersive curate dallo studio canadese GeM (Graphic eMotion).
Pompei e i Greci illustra al grande pubblico il fascino di un racconto storico non lineare, multicentrico, composto da identità multiple e contraddittorie, da linguaggi stratificati, coscientemente riutilizzati: il racconto del Mediterraneo. Una narrazione che suggerisce non da ultimo, un confronto e una riflessione con il nostro contemporaneo fatto di migrazioni e conflitti, incontri e scontri di culture (info su www.pompeiisites.org)

Articolo precedenteL’EMERGERE DELLA TERZA CULTURA
Prossimo articoloKUNG FU PANDA E LE COSTELLAZIONI FAMILIARI