LE MOSTRE IMPERDIBILI DI FINE ESTATE E QUALCHE ANTICIPAZIONE

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Oltre ad essere il momento migliore per godersi il mare, il periodo di fine estate è sempre l’ideale anche per girare l’Italia per ammirare città d’arte e grandi mostre. Ci si può dedicare alle molte interessanti esposizioni – quasi tutte prorogate a causa del lockdown – godendosi anche però l’opportunità di visitare collezioni permanenti di musei solitamente affollatissimi, con molto più agio e tranquillità, senza dover fare code eccessive e approfittando di visite guidate organizzate quasi esclusivamente in piccoli gruppi. Diverse sono poi le esposizioni che si inaugurano nelle prime settimane di settembre.

Le fondazioni e gli enti che hanno riaperto al pubblico garantiscono, infatti, ingressi contingentati e percorsi studiati ad hoc per assicurare il necessario distanziamento. Al visitatore dunque non resta che prenotare (ed eventualmente anche acquistare) il proprio biglietto online e ricordarsi d’essere munito di mascherina.

Oltre ad essere l’anno del Covid, il 2020 è anche l’anno in cui si celebra il genio pittorico di Raffaello, di cui si celebrano i 500 anni dalla morte.

Dopo il successo della mostra alle Scuderie del Quirinale, proseguono infatti le celebrazioni dedicate al “divin pittore”. A Urbino, la sua città natale e cuore degli eventi dedicati al grande artista, si può ancora approfittare per ammirare Raphael Ware. I colori del Rinascimento alla Galleria Nazionale delle Marche (fino al 27 settembre), Baldassarre Castiglione e Raffaello. Volti e momenti di Corte a Palazzo Ducale (www.palazzoducaleurbino.it) e Raffaello Una mostra impossibile al Collegio Raffaello (fino all’1 novembre). Tra i nuovi appuntamenti, invece, la Fondazione CariPerugia Arte racconta Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia, a Palazzo Baldeschi (8 settembre – 6 gennaio). A Roma, Villa di Capo di Bove sull’Appia Antica ospita infine La lezione di Raffaello (18 settembre – 29 novembre) e fino al gennaio del 2021 si può visitare Raffaello e la Domus Aurea. Si tratta di una mostra multimediale con straordinari apparati interattivi in grado di raccontare anche la storia e l’arte di uno dei complessi architettonici più famosi al mondo. Il progetto ha, infatti, l’ambizione di raccontare la storia e l’arte di uno dei complessi architettonici più famosi al mondo, che ha segnato e influenzato, con la sua scoperta, l’iconografia del Rinascimento. La storia comincia intorno al 1480, quando alcuni pittori (Pinturicchio, Filippino Lippi e Signorelli tra i primi) si calano nelle cavità del colle Oppio per recarsi, a lume di torce, ad ammirare le decorazioni pittoriche delle antiche abitazioni romane: pensavano di trovarsi di fronte agli affreschi delle Terme di Tito e invece stavano scoprendo, senza ancora saperlo, le rovine dimenticate dell’immenso palazzo imperiale che Nerone, dopo il disastroso incendio del 64 d. C., aveva voluto far costruire nel cuore di Roma (https://raffaellodomusaurea.it).

Raffaello 2020, è infine l’esperienza immersiva proposta dal Museo della Permanente di Milano (fino al 2 febbraio). Non si tratta di una semplice mostra, ma di un vero e proprio racconto multimediale concepito per offrire ai visitatori la possibilità di una fruizione partecipativa che consente di sentirsi parte di un’opera digitale all’interno di un contenitore e di un contesto divulgativo e spettacolare

Altra esperienza immersiva a Milano, è quella dedicata a Gauguin Matisse Chagall. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani” (al Museo Diocesano Carlo Maria Martini fino al 4 ottobre – tel. 02/89420019). Imperdibile anche Monet e gli impressionisti. Per la prima volta il Marmottan Monet di Parigi, la «casa dei grandi Impressionisti», presta un intero corpus di opere che approderanno a Palazzo Albergati a Bologna: Monet dunque, ma anche Manet, Renoir, Degas, Corot, Sisley, Caillebotte, Morisot, Boudin, Pissarro e Signac: in tutto 57 capolavori dalle celeberrime Ninfee a «scoperte» come il Ritratto di Berthe Morisot distesa, mai usciti dal Musèe francese (dal 29 agosto al 14 febbraio).

L’area torinese propone invece Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680-1750, in programma fino al 20 settembre alla Reggia di Venaria: Oltre 200 capolavori provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni di tutto il mondo per una mostra dall’alto valore scientifico allestita nei grandiosi spazi della Citroniera Juvarriana. Dall’architettura alla pittura, dagli arredi alla scultura, l’esposizione indaga tutta la modernità di una stagione epocale di rinnovamento delle arti sulla scena internazionale. La sfida è quella che fu lanciata da diversi artisti tra il 1680 e il 1750, in nome della modernità, con la sperimentazione di nuove forme e nuovi linguaggi. Una ricerca che si sviluppò tra Roma e Parigi, dando vita a una stagione di rinnovamento epocale (acquisto del biglietto su www.lavenaria.it – prenotaz. 011/4992333).

Incanti Russi è invece la proposta pittorica che arriva dall’Accademia Albertina e che espone, fino al 27 settembre, i dipinti di tradizione dell’Accademia Glazunov di Mosca. Nel corso dell’Ottocento e nel periodo delle avanguardie russe degli anni venti del Novecento, furono ospiti dell’Accademia di Glazunov artisti come Lentulov, Konchalovsky, Mashkov, Rodchenko, come anche Malevich e Kandinsky (www.albertina.academy.it).

Ancora arte russa, ma Rovigo. E’ dedicata infatti all’influenza che la cultura popolare russa ebbe sull’opera di Chagall, la mostra curata da Claudia Zevi che porta a Palazzo Rovella (19 settembre – 17 gennaio) più di cento opere dell’artista di origine russa. Si contano tra queste anche due straordinarie serie di incisioni e acqueforti dei primi anni di lontananza dalla Russia: Ma Vie e Le anime morte. Parliamo ovviamente della mostra dal titolo Marc Chagall: anche la mia Russia mi amerà.

Parma propone invece L’Ottocento e il mito di Correggio nei locali de La nuova Pilotta (dal 3 ottobre). L’allestimento riunisce il meglio della produzione ottocentesca del Ducato di Parma intorno ai quattro capolavori del Correggio restituiti dal Louvre con il Secondo Trattato di Parigi nel 1815, ovvero La Madonna con la scodella, la Madonna di San Girolamo più le due tele provenienti dalla Cappella del Bono.

Tornando a Roma e cambiando completamente genere, l’artista “senza volto” più famoso al mondo approderà l’8 settembre al Chiostro del Bramante con 90 opere e focus sulla sua attività di ricerca (fino all’11 aprile). Si va da Love is in the air a Girl with Balloon alle stampe per la celebre esposizione Barely Legal. Parliamo ovviamente di Banksy – A visual protest.

Spostandoci a Firenze, non si può perdere “Van Gogh e i maledetti” già in corso negli spazi della Cattedrale dell’Immagine, nel Complesso di Santo Stefano al Ponte, fino all’11 ottobre. La vicenda artistica e umana di Van Gogh e degli artisti a lui coevi (Paul Cézanne, Paul Gauguin, Henri de Toulouse-Lautrec, Chaïm Soutine e Amedeo Modigliani) si dipana qui in un racconto digitale di 60 minuti, sviluppato per mezzo della multiproiezione a 360° d’immagini ad altissima definizione e della diffusione audio in Dolby HD di un’avvincente colonna sonora.

A Napoli infine “Estasi”, la personale di Marina Abramovic  a Castel dell’Ovo, dal 5 settembre al 5 ottobre. Si tratta di un ciclo di video denominato “The Kitchen. Homage to Saint Therese”, un’opera molto significativa nella quale Marina Abramović si relaziona con una delle più importanti figure del cattolicesimo, Santa Teresa d’Avila. L’opera si compone di tre maxi video, che documentano altrettante performance tenute nel 2009 dall’artista nell’ex convento di La Laboral a Gijón, in Spagna. L’esposizione, unita al luogo e agli spettacolari allestimenti che saranno realizzati, contribuiranno a rendere incredibile l’esperienza artistica.

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